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Foto di gruppo con befane Festa organizzzato al lucania lab da velas

Questo che parrebbe sembrare un semplice gioco di montaggio (giocare con la testata di una nota rivista americana che raccontava la vita con lo strumento della fotografia) nella sostanza svela la dimensione immersiva di questa piattaforma. Con Liu, Joannes e con Rosa abbiamo più volte fatto dei veri viaggi in second life. La stessa intervista al lucania lab mi ha permesso di ragionare su questo aspetto.
Da tempo mi pongo una domanda: questa finestra aperta su una dimensione “illusoria” (sono qui ma anche lì) che relazione può avere con il mio corpo? Quale fisica porta con se’ un avatar (sono qui ma come, sono lì ma come)?
Questi pensieri mi servono perchè progettare un ambiente in second life non significa dare forma ai prim (umità minime di costruzione), ma dare forma ad un pensiero.
In second life la vista conferma una delle metafore preferite dal pensiero occidentale per la conoscenza più squisitamente intellettuale, il tatto ha a sua volta impregnato di sé espressioni che spaziano nel regno del mentale e del fisico. Percipere e comprendere fanno riferimento alla mano e alla prensione, imprimere e esprimere alla pressione, ecc. Buona parte del pensiero filosofico (per esempio D. Katz) attribuisce la predominanza della sfera tattile ad una reale primarietà del tatto per rapporto agli altri sensi. Sebbene il senso del tatto non abbia la precisione e la capacità di analizzare i dati percepiti che si hanno nella visione, né raggiunga il pieno sviluppo della visione nella sensibilità remota, diamo sempre precedenza al tatto su tutti gli altri sensi, nel nostro esprimerci a parole, per dire che una cosa è vera. Toccare con mano, si dice.
Il tatto gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di una credenza sul mondo esterno, così come sulla realtà del nostro corpo, di cui ci convinciamo in occasione delle collisioni di questo con l’ambiente. Ciò che è toccato ha il vero carattere di realtà, che corregge dalle allucinazioni e dagli inganni della visione. La fisica, infine, con i suoi concetti di impenetrabilità dei corpi, attrito, resistenza, non sarebbe quella che è se l’uomo non fosse equipaggiato del senso del tatto. Mentre la fisica del cieco e del sordo non differiscono dalla nostra, quella dell’uomo senza tatto ne sarebbe probabilmente molto distante.

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L’avatar è un possibile modello di questo uomo senza tatto, se considerato senza la nostra personale parte corporea di attori e osservatori.
Sono solo alcuni appunti da approfondire in futuro, sempre per aprire alcuni temi relativi alla sensorialità. Qui la domanda finale, aperta, quale è la fisica dell’avatar?
La risposta non va cercata solo nei “motori” con i quali si “costruisce” in questo ambiente, ma nel modo di vedere, nel modo di sentire il nostro corpo (propriocezioni) e nelle associazioni involontarie tra visione e movimento (movimente riflessi, ecc…).
Credo che questa sia una delle basi per progettare in sl e per parlarne correttamente il suo linguaggio. E’ questo che sto tentando di fare.

Qualche parola in più sulla copertina.
Il fac-simile di copertina mostra la festa della befana organizzata al lucania lab da velas– Alle feste partecipano sempre più persone ed ognuna di queste prova una esperienza associata differente. Ieri sera c’era chi ricordava le sue uscite in discoteca (che probabilmente non fa più da tempo) forse anche per la musica anni ’80.

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