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Arthropods, New Design Future
E’ il titolo di un libro del 1971 che vedeva molto avanti: che cioè il design futuro avrebbe disegnato dei Pod che avrebbero cambiato il nostro rapporto con l’ambiente circostante.
Questo progetto-libro di Jim Burns mi è tornato in mente leggendo un post di Fabio dell’11 dicembre scorso: La comunicazione in testa. Riporto queste battute dal post: “Il mondo esterno diventa silenzioso (o molto meno rumoroso) e ci si può spostare nell’ambiente in una condizione di isolamento acustico.
Il nostro spazio privato portatile si muove con noi come una bolla che ci racchiude all’interno di uno spazio pubblico…
Noi e la nostra colonna sonora personale.”

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Haus Ruecker Co, Mind Expander, 1967

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Haus Ruecker Co, Environment transformer, 1968

Archigram, Coop Himmelblau, Haus Ruecker Co, e altri gruppi di artisti e architetti progettano oggetti che sono pensati per produrre evasioni dal paesaggio urbano: sono progetti creativi che usano le sensorialità e il valore simbolico dello spazio e delle cose per creare effetti di straniamento e per mettere in crisi la stessa idea di permanenza dello spazio urbano, la sua staticità e la sua temporalità, in altri termini i cardini della tradizionale architettura statica.
Sono tentativi di rifugi per costruire nuovi territori e nuovi paesaggi di relazione con lo spazio urbano; sono progetti che in generale dovrebbero essere lo scheletro per cambiare e rinnovare la percezione dell’ambiente esterno.

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