Immagine tratta dal video pubblicato da Discover.
Un giorno dopo che scrivevo il post sul Fantastic voyage dentro il corpo, scopro oggi che la rivista Discover pubblicava un articolo sulle nanotecnologie applicate alla cura del corpo umano: l’articolo parla della ricerca degli scienziato Coreani che, analogamente a quanto si sta cercando in molti laboratori sparsi nel mondo, hanno sperimentato un modello di microrobot capace di immergersi nel nostro sistema sanguigno per trasportare medicinali e per risolvere problemi di ostruzioni del flusso. Il microrobot, composto da muscoli presi dalle pareti cardiache di un ratto, viene pilotato dall’esterno via WiFi. Certo, mi viene da pensare, il nostro corpo diventa spazio per uno strano zoo in miniatura: valvole cardiache suine, nanorobot salvavita dalla forma di granchi funzionanti con muscoli di topo… E’ come una nuova “arca” che trasporta l’intelligenza che la natura ha prodotto per la sopravvivenza delle varie specie animali.
Ricordo anche io i film sui viaggi all’interno del corpo umano. Anche uno certamente più mainstream con Meg Ryan, Dennis Quaid e Martin Short, Innerspace, tradotto da noi in Salto nel buio del 1987. Sarà ma visto che artisti e scienziati sono “operatori del possbile”, l’immaginario e i bisogni di vedere l’invisibile (prefigurarlo e appropriarsene simbolicamente) trovano nell’interno del corpo, che è un micro/macro cosmo :), un luogo irresistibile da esplorare.
[…] della comunicazione mi sembra particolarmente forte in questi giorni. Ne abbiamo scritto qui, qui, qui con particolare riferimento a SL. Secondo me c’entra anche con il viaggio nella […]