Risultato del flickrator alla voce Barack Obama :
collezione di immagini dalla 16 alla 30 di 146351 immagini (miniature dall’album di “lee and heather”)
Risultato del flickrator alla voce Rinascimento Virtuale:
569 risultati
(miniature dalla 91/105 di 569 dall’album di Adriana Ripandelli)
Esiste una permeabilità delle esperienze (le cose fatte) che attraversa il nostro tempo che è sempre e solo al presente; usiamo il tempo dell’IO (il qui e ora) per capire le cose (passato e futuro possono sempre e solo essere evocati o anticipati secondo quanto espresso da j.T.Fraser nel concetto di Nootemporalità). In altre parole: le cose che facciamo non restano isolate nel tempo ma si rimandano continuamente tra loro.
Anche l’osservazione delle immagini lavora con una idea di permeabilità. Ogni immagine che guardiamo ci pone di fronte a qualcosa che è stato visto e fotografato anche da altri: il nostro tempo presente soggettivo (io che guardo ora) si pone così a confronto con quello oggettivo degli altri (ogni scatto fotografico storicizza un evento).
La fotografia ha sempre una pretesa di oggettività (attesa, inattesa e disattesa allo stesso tempo) che non sempre è reale: è un frame all’interno di tanti e possibili che possono assumere diversi significati in ogni istante.
Le immagini però hanno una grande potenza: si dilatano le une sulle altre. Si rimandano tra loro. Esiste una permeabilità delle immagini nel senso che nell’insieme delle visioni costruiamo una nostra esperienza soggettiva della cosa fotografata che è sovrapposizione, estensione, dilatazione del soggetto. L’esperienza diventa narrativa quando la visione di più immagini ci permette di ricostruire una storia. Anche Flickr, come altri archivi è uno strumento che consente questo: con l’uso dei tag e del widget Flickrator ci permette di vedere più immagini (scattate da persone diverse) di un singolo evento; nell’insieme queste visioni ci permettono di costruire una idea della cosa. Le note aiutano nella costruzione di questo senso e infine l’accostamento e la ricostruzione di una “cronologia” delle immagini permetto la lettura delle varie immagini come fossero istanti di un fotoromanzo collettivo e diffuso nella rete pronto da condividere. Le immagini quindi diventano permeabili, il racconto di ogni singolo scatto accoglie i racconti degli altri scatti per rimando. Le immagini pubblicate sugli archivi online diventano non solo elemento di narcisismo ma motore di costruzione di nuovi racconti sul reale.
Lo sguardo “comprensivo” percorre consapevolmente la collezione dei tanti sguardi/punti di vista/momenti di accadimento della visione per ricostruire il racconto collettivo di un evento. A cui può aggiungere la sua esperienza di visione/partecipazione diretta, arricchendo quel significato anche con aspetti propri/personali. Ma questa esperienza è solo un tassello in più di quel racconto e certamente non può ridurlo a se’.
Penso che ci siano sempre almeno due piani da considerare, quello esperienzale personale – che interseca alcune esperienze altrui – e quello della complessità, per il quale – fortunatamente! – esistono sempre più strumenti che permettono di restituirne il significato.
Laura
@Laura Verissimo, ci sono sempre più piani. In queste pagine tendo sempre a stare sul piano dell’esperienza e mi curo poco di illustrarne altri. Al centro pongo l’osservatore, l’ascoltatore e non il sistema e come questo percepisce recepisce, smonta, rimonta, interpreta ecc. Un’esperienza in chiave progettuale, relazionale. Ma è il lavoro sul significato che mi interessa: forzare i parametri d’uso per costruire nuove relazioni cha portano a nuove interpretazioni della cosa. Con questo non si tratta di “ridurre a sé” ma di costruire una relazione tra sé e gli altri attraverso una nuova “configurazione”, una nuova interpretazione delle cose, che per sua natura è inaspettata (non per questo condivisibile)
Per questo dico che ogni tassello, qualsiasi aggiunta di ciascuno di noi non è solo un tassello ma come per “l’indizio” di una investigazione è piuttosto una rivelazione. Ogni singolo tassello è in potenza di cambiare il sistema (sempre se ne ha le qualità).
Grazie del commento e a presto, Fabio.
a me piace parlare di in-magini. mi piace la pluralità di presenti che divengono e che rendono le in-magini come dei link. forse è questa la trascendenza delle in-magini rispetto all’immanenza del segno scritto.
🙂