Archives for category: narrazione

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SI riparte, si è ripartiti.
Dal mio punto di vista la definizione “mettere in narrazione il territorio di Second Life” (titolo di Giovanni Boccia Artieri per Basilicata Travel) ha un significato a più dimensioni. Il testo siamo abituati a vederlo sempre più come una didascalia di un pensiero: bidimensionale. Il testo invece ha più dimensioni: ci si sprofonda dentro, si eleva. In sostanza non solo evoca ma costruisce spazi. Questo è quanto stiamo facendo direttamente con il Romanzo Collettivo la Torre di Asian ad esempio. Ma questo è alla base di tutto il mio lavoro in Second Life. Credo che in qualche modo, Second Life, cio che ha permesso è la definizione di una nuova calligrafia che ha delle caratteristiche molto particolari: ha una qualità tridimensionale e immersiva; si costruisce come testo, come relazioni tra elementi simbolici che individuano spazi tenuti insieme dal tempo; è inoltre capace di contenere e rendere partecipi della definizione dell’ambiente dall’interno chi vi abita e chi vi produce il proprio pensiero.
Il pensiero centrale è che non esiste uno spazio che non sia collettivo: è una condizione di sopravvivenza, è la coscienza specifica dello spazio.
Questo genere di mondi non sono un analogo di un paesaggio interiore e non sono mai riducibili a una dialettica io-mondo, soggettivo-oggettivo; comportano uno spostamento sul piano del linguaggio, della cultura intesa come sommatoria di comunità parlanti.
Il progetto del museo di Lucania Lab, il secondo livello museale, è in questi pensieri che trova la sua origine.

Second Life è per il momento l’unico strumento che mi permette di ragionare in questi termini e di sperimentare lo spazio come scrittura tridimensionale. E non solo come pura teoria ma come virtualità realizzata. Per questo lo sento ancora fresco. La relazione con gli altri Social Network rafforza questo pensiero di spazializzazione del testo.
Ma ne parlerò poi.
A Roma il 6 giugno, al convegno Ars in Ara, parlerò di queste cose e di altre (convegno ARS in ARA Second Life a cura di Marina Bellini e Paolo Valente).

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Risultato del flickrator alla voce Barack Obama :
collezione di immagini dalla 16 alla 30 di 146351 immagini (miniature dall’album di “lee and heather”)

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Risultato del flickrator alla voce Rinascimento Virtuale:
569 risultati
(miniature dalla 91/105 di 569 dall’album di Adriana Ripandelli)

Esiste una permeabilità delle esperienze (le cose fatte) che attraversa il nostro tempo che è sempre e solo al presente; usiamo il tempo dell’IO (il qui e ora) per capire le cose (passato e futuro possono sempre e solo essere evocati o anticipati secondo quanto espresso da j.T.Fraser nel concetto di Nootemporalità). In altre parole: le cose che facciamo non restano isolate nel tempo ma si rimandano continuamente tra loro.

Anche l’osservazione delle immagini lavora con una idea di permeabilità. Ogni immagine che guardiamo ci pone di fronte a qualcosa che è stato visto e fotografato anche da altri: il nostro tempo presente soggettivo (io che guardo ora) si pone così a confronto con quello oggettivo degli altri (ogni scatto fotografico storicizza un evento).
La fotografia ha sempre una pretesa di oggettività (attesa, inattesa e disattesa allo stesso tempo) che non sempre è reale: è un frame all’interno di tanti e possibili che possono assumere diversi significati in ogni istante.
Le immagini però hanno una grande potenza: si dilatano le une sulle altre. Si rimandano tra loro. Esiste una permeabilità delle immagini nel senso che nell’insieme delle visioni costruiamo una nostra esperienza soggettiva della cosa fotografata che è sovrapposizione, estensione, dilatazione del soggetto. L’esperienza diventa narrativa quando la visione di più immagini ci permette di ricostruire una storia. Anche Flickr, come altri archivi è uno strumento che consente questo: con l’uso dei tag e del widget Flickrator ci permette di vedere più immagini (scattate da persone diverse) di un singolo evento; nell’insieme queste visioni ci permettono di costruire una idea della cosa. Le note aiutano nella costruzione di questo senso e infine l’accostamento e la ricostruzione di una “cronologia” delle immagini permetto la lettura delle varie immagini come fossero istanti di un fotoromanzo collettivo e diffuso nella rete pronto da condividere. Le immagini quindi diventano permeabili, il racconto di ogni singolo scatto accoglie i racconti degli altri scatti per rimando. Le immagini pubblicate sugli archivi online diventano non solo elemento di narcisismo ma motore di costruzione di nuovi racconti sul reale.