Giuseppe Granieri mi ha segnalato un blog interessante, dove si presenta il lavoro di Michael Ditullio, un blogger che sta facendo progetti su una transArchitectural Topography e cioè sulla costruzioni di un sistema di comunicazione tra la real life e la second life. Nei suoi progetti e demotape si vedono situazioni di interazione tra le due life. Nel suo blog ci sono diversi collegamenti a presentazioni e a video. Il lavoro diventa interessante nel momento in cui non resta un fatto puramente visuale ma lavora sulle identità all’interno delle due situazioni.

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The Gate, vernissage

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The Gate, azione e interazione

In sostanza lavora sul paradosso dell’identità e per questo motivo mi tornano in mente i lavori di Dan Graham che usava le nuove tecnologie del tempo, le video camere, unite alla riflessione e alla trasparenza per parlarci dell’identità dell’osservatore e dell’osservato in relazione al desiderio e alla trasparenza. Oggi questa trasparenza è digitale e l’osservatore e l’osservato non siamo solo noi e la nostra immagine riflessa. Non siamo nemmeno solo noi e l’altro dal lato opposto della trasparenza del vetro: chi ci guarda. Una nostra immagine “riflessa” è l’avatar (l’avatar riflette la nostra parte desiderante, si costruisce come desiderio in azione ed è sempre alla ricerca di soddisfarlo). Fermo restando che l’arte è per sua natura sempre interattiva in quanto non può prescindere da una relazione che si stabilisce tra artista opera e spettatore.
Morale: La frontiera tra reale e virtuale è una nuova “trasparenza”, tutta da scoprire.

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Dan Graham, Present Continuous Past(s), 1974 sketch | © Dan Graham

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