da: Elegia dalla russia (1992) Aleksandr Sokurov
Una cosa la so di certo. Non sarà facile scrivere questo Post: per il breve spazio di un post e per l’ecceso di semplificazione che questo comporta. Ma da giorni desidero farlo dopo aver risposto ad una domanda di Deneb su come mai escono più volte, in questo Blog, figure, temi o altro legati al mondo “russo” nel più ampio senso del termine (sovietico, europeo, asiatico ecc…). Anche il mio avatar lo testimonia: Asian Lednev.
Per chi ne ha letto le pagine della letteratura (dai classici a Osip Mandelstam, da Leskov alla Anna Achmatova, da Pavel Florenskij a Tarkovskij … ) e ne ha seguito la storia (non esclusa la storia del XX secolo con tutte le sue contaddizioni e conflitti) avrà certamente colto un filo che ne attraversa il pensiero. Una spiritualità laica che sposta tutti i significati delle parole e che colloca le persone e le cose all’interno di un insieme, di un “cosmo”, che tiene insieme e ne è immagine.
Per spiegarmi: questo blog fa parte di una cosa che oggi chiamiamo Blogosfera: un involucro particolare formato dall’intelligenza (e non solo) e impreganto della stessa intelligenza (e non solo). E’ una delle più attuali (1999) pellicole concettuali che oggi avvolge l’intero pianeta. Esprime, in qualche modo, uno dei più attuali stadi di evoluzione della Biosfera. E qui sto parafrasando lo scienziato, il “centro” del discorso: Vladimir Ivanovic Vernadskij.
Vernadskij è un geologo molto particolare che non si limita a leggere la crosta terrestre come fenomeno materiale, chimico, fisico. La guarda in relazione ad un’altra sottile pellicola che la riveste, la Biosfera (composta da tutto l’insieme della vita biologica del pianeta: animali, piante, ecc: un involucro conquistato dalla “vita”), e cerca di spiegare come questa sia la forza energetica che modifica continuamente la crosta terrestre. Nei suoi studi apre una strada che tende a studiare diversamente il significato geologico dei fenomeni della vita. La Biosfera è il confine del cosmo che si aggrappa e modifica il pianeta, lo modifica. Il percorso finale del suo studio è lo studio e la definzione di un nuovo involucro ancora Noosfera (dal greco noos, spirito): “la biosfera, sotto l’influenza dell’attivitò dell’uomo (Homo sapiens) passa ad un nuovo stato -quello della noosfera. L’influenza dell’attività umana sui processi naturali acquista un carattere sempre più globale. L’uomo diventa una potente forza geologica, sempre crescente, che cambia la fisionomia della terra” (da Vladimir Ivanovic Vernadskij, La biosfera e la noosfera, Sellerio editore, 1999) I suoi scritti hanno qualcosa di visionarioe di fantascientifico come lo erano quelli di Tsiolkovskij (il padre della cosmonautica russa). Studiando il pianeta se ne creavano visioni.
Vernadskij è una di questi interpreti di un particolare modo di vedere la vita e il mondo e di costruire relazioni tra le cose che, sottolineo, permeato di una spiritualità laica (forse è difficile per noi abitanti di uno stato cattolico comprenderla fino in fondo) che è tutta russa e si è manifestata sempre e in ogni tema e tempo (sovietico compreso) con una modalità particolare che la contraddistingue dal resto del mondo: la prima tra tutte è Cosmonauta, che però sarà argomento di un post futuro.
Quarta di copertina di Yuri Gagrin, The first Cosmonaut © Novosti Press Agency Publishing House, 1977
Noosfera… cosmo intelligente… tutto questo ci riporta all’idea di Gaia, o al panteismo (c’è l’essenza dell’anima in tutto quel che esiste?). Una deriva spirituale? Un bisogno di religione? Spero di no. Piuttosto che cercare la spiritualità nell’universo (o nel cosmo, se preferisci), sarebbe più importante risvegliare nell’uomo moderno il senso della responsabilità… Non credi?
Hai sempre temuto la spiritualià. Un tempo, lo ricordo ancora, ne parlammo ampiamente. Io continuo come allora a vivere le parole come possibilità non come verità. Quindi sì, ci vuole responsabilità, ma tante altre cose ancora.
senso della responsabilità e spiritualità non mi sembrano cose contrapposte, anzi, “praticare” una spiritualità senza dogmi e fondamentalismi ci costringe alla responsabilità, verso sé, gli altri, l’universo intero.
Lo so, avete ragione, spiritualità e senso della responsabilità non si escludono “necessariamente”. Ma nei miei rigurgiti postmarxiani riaffiora la diffidenza nei confronti del ciclico bisogno di religione. Diffidenza. O incomprensione?
Religione, dogmi, fondamentalismi… parole? Ne discutevo con una collega in ufficio, poche ore fa. E come sempre, quando si parla di religione, e di spiritualità, si corre subito ad escludere qualsiasi ortodossia, o interpretazione dognatica… ma il punto dolente è questo: una ricerca spirituale, e quindi una religione, va sempre in coppia con un’interpretazione dogmatica, trasporta, trasmutata, travisata, della realtà.
Ecco, l’ho detto, il vecchio materialismo storico è riaffiorato come un’acne adolescenziale mai guarita. Meno male 🙂
Volevo solo dire: l’uomo spera di essere migliore nello spirito di quanto non sia nella realtà. Come se questa povera, misera realtà non sia in fondo il meglio che possiamo avere, e tutto quello di cui siamo davvero responsabili. Amen.
Tra materialismo dialettico e spiritualismo trascendentale c’e la via del (giusto o sghembo)mezzo.Un umanesimo ateo che riconosca,accanto all’esigienza di superare la pura materialità della condizione umana,muova da questa e guidato dalla razionalità reinterpreti la realtà e se stesso.Il trascendentalismo è una scorciatoia per risposte frettolose.
paolos
…volevo dire “trasposta”, non trasporta…. lapsus?
(mai avrei pensato che questo pesantissimo post – il mio riconosciuto da me stesso pesante e difficile- potesse suscitare tante questioni)
@Alex: io sento che quanto ho scritto nel mio post è molto lontano da quello che ci leggi tu. La parola “laica” credo specifichi bene la parola “spiritualità”. Nel senso di Vernadskij. Lui parla di Homo Spaiens e non di religione. Io men che meno ho sempre diffidato di TUTTE le religioni: di chiesa e di partito.
Comunque ricerca spirituale e religione sono due cose profondamente differenti. Anche il materialsmo storico dopotutto è in certo qual modo (per quanto ne posso condividere i fondamenti) una interpretazine dogmatica se letto acriticamente. E su questo so che mi darai ragione. Ultima cosa: non riesco a pensare soirito e realtà come due cose antitetiche. No davvero.
Contento comunque che partecipi a questa mia pagina. Ciao e spero di continuare qui e a Bruxelles questa nostra chiacchierata.
ancora una volta, d’accordo con te sui principi di fondo, e la discussione per quanto pesante (o forse solo densa)non è peregrina in quanto verte sui nostri valori di fondo, e la nostra speranza in un futuro comune (non “migliore”, ma almeno comune, di qui la nostra comune responsabilità);
ma appunto l’uso delle parole non è neutro: se estrapoli gaia da noosfera arrivi a panteismo (queste le mie associazioni, e non solo mie), e da questo breve il salto alla divinizzazione dell’uomo sapiens o a quel che lo circonda – interessante, a questo avviso, l’articolo:
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/990210b.htm
e vedrai come le mie associazioni non sono casuali…
per poi arrivare infine all’homo noeticus ed alle sue implicazioni (fanta)scientifiche e (chinotto)morali:
http://www.homonoeticus.it/2007/05/14/levoluzione-qualcosa-di-irripetibile/
buona lettura 🙂
Oh, ma voi parlate difficile come fa l’Europa quando piove, e si rintana a dipingere le isole del sole. A me manca la bozza di vino delle First Life, se posso essere meramente materico, e adesso corro, non ho il vocabolario sottomano, né il Capitale. Però vi auguro buona domenica. FT
Fauto Torpedine ha ragione certamente, ma a me sembra di ricordare le mile serate all’ombra dei colli bolognesi… ma andare alla disco non sarebbe stato meglio?
ach, andare alla disco? non ci andavo nemmeno quando ero cinno, figurati poi…. quanto alla boccia di vino, è in fondo ad essa che si nasconde la filosofia del mondo: che lo spirito dell’alcool sia più duraturo della spiritualità dell’anima?
Il volume del Capitale sottomano? buono da usare per raddrizzare la gamba del tavolo, o per alimentare il caminetto non quando fuori piove, ma quando fuori ci sono meno cinque gradi celsius(come ora, qui nella mitteleuropa)… Pepe Carvalho sarebbe d’accordo, nonostante tutto 🙂
Bisogno di rinfrescarsi la memoria? Non c’è più bisogno del cartaceo, Carletto è disponibile anche in realtà virtuale…
In originale, Das Kapital:
http://de.wikipedia.org/wiki/Das_Kapital
http://ml-werke.de/marxengels/me23_000.htm
In italiano: http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Capitale
con relativi link per il testo completo…
E con queste indicazioni facciam schiattare d’invidia la memoria delle cose 🙂
@alex eh eh 😀
che ne pensi di un insconscio elettrico?
pardon, inconscio…. eh eh 🙂